Per un’industria di successo il legame tra comunicazione ed estetica è indissolubile: intervista a Michela Pizzinat

Per un’industria di successo il legame tra comunicazione ed estetica è indissolubile: intervista a Michela Pizzinat

Comunicare attraverso le immagini non è un’invenzione recente. Sin dalla preistoria l’uomo ha lasciato traccia di sé affinché altri potessero apprendere e comprendere.

Nel corso di secoli e secoli ci sono state diverse sperimentazioni e gli strumenti si sono evoluti, ma il concetto di base è rimasto immutato. 

La veste grafica è un abito cucito su misura per un determinato contenuto.

Ci spiega Michela Pizzinat, Graphic Design Specialist e titolare dell’omonimo studio nel cuore di Treviso. Lo studio è impegnato nella gestione dell’immagine per importanti aziende fra cui, proprio in collaborazione con Promix Agency, quella di SolidWorld Group, il principale player italiano che supporta il passaggio dell’industria verso la Fabbrica 4.0, quotato alla Borsa Italiana

Michela, cosa si intende per estetica della comunicazione?

Indipendentemente dall’ambito in cui ci troviamo, a mio parere la veste grafica è da considerare alla stregua di un abito cucito su misura per un determinato contenuto, affinché questo arrivi nel modo più efficace possibile al pubblico cui è rivolto. Consideriamo che le persone ricordano l’80% di ciò che vedono, contro il 20% di ciò che leggono e il 10% di ciò che sentono. È un concetto indipendente dal media che usiamo o dal messaggio che stiamo veicolando. Se riusciamo a catturare l’interesse e a creare un’emozione, abbiamo raggiunto l’obiettivo. Il mio è un punto di vista grafico, ma la stessa logica vale per i testi, i video e per ogni altra forma di comunicazione. Lo considero alla stregua delle fondamenta di una casa, la cui solidità permetterà poi di costruire in sicurezza il proprio edificio.

Fondamenta solide ma libertà di “edificare” in base a gusti e necessità. Facendo un parallelo tra la comunicazione industriale e quella pubblicitaria, quali sono le principali differenze sul piano stilistico ed estetico?

Il punto di partenza è il medesimo: individuare il target a cui ci si rivolge. Detto questo, con un messaggio trasparente e credibile si avrà un rapporto di maggiore fiducia.

Nel mondo industriale il pubblico è più tecnico, più specializzato, e il messaggio dovrà dunque essere tarato su questo presupposto. Inoltre, ci si aspetta un approccio più pratico, più diretto, che sfrutti un linguaggio più chiaro e trasparente. 

Come consumatori siamo abituati a una comunicazione spesso fatta di colori sgargianti, musiche accattivanti, talvolta anche di ironia e doppi sensi. Nella comunicazione industriale, a mio avviso, è invece più corretto usare un tono più formale e concentrarsi sull’obiettivo. Dal punto di vista grafico, quindi, è buona norma basarsi su layout chiari e ben organizzati, scegliere i giusti colori e, se possibile, abbinarli a quelli aziendali. Lo stesso vale per il tipo di carattere, che dovrà essere di semplice lettura.

Infine, le immagini: sono un elemento chiave e devono essere strettamente legate all’azienda e al prodotto. L’uso di fotografie stock dovrebbe essere ridotto al minimo, sfruttando invece quelle autoprodotte raffiguranti ambienti, prodotti e persone realmente appartenenti a un’azienda. 

Restando in tema di comunicazione industriale, in particolare di quella digitale e di social network, quali parametri deve rispettare l’estetica affinché risulti funzionale e non promozionale?

Fermo restando che una parte delle regole le detta il social sul quale si veicola il messaggio, anziché limitarsi a una comunicazione prettamente promozionale è più utile mostrare le proprie competenze attraverso la condivisione di tutorial, video, articoli o white paper. Questo perché, in passato, la comunicazione era unidirezionale, mentre oggi tramite i social network si ha un rapporto pluridirezionale: dall’azienda agli utenti e viceversa, ma anche tra gli utenti stessi. Offrire informazioni di qualità, ben fatte dal punto di vista estetico e contenutistico, permette di distinguersi all’interno del mare magnum di Internet indipendentemente dal tipo di social network.

In ambito professionale si dà per scontato l’uso di LinkedIn, ma molte aziende sfruttano Facebook, Instagram, Twitter ecc. In che modo è importante differenziare l’estetica dei messaggi destinati all’industria in base alle diverse piattaforme?

Sono le piattaforme stesse a indicare la forma più adatta di comunicazione. Instagram predilige foto e video, Twitter i testi brevi, LinkedIn testi più lunghi o articoli, mentre Facebook può essere considerato una via di mezzo. All’interno di ciascuna piattaforma, poi, ci sono specifiche community e utenti da considerare.

Al di là della scelta più in linea con la propria offerta e con il proprio target, restando nella metafora “edilizia” è fondamentale poter contare su mattoni di prima qualità: i contenuti, le foto, i testi, i layout grafici.

Solo così si potrà assemblare il miglior messaggio possibile in funzione del canale scelto.

Ci sono elementi che, per sua esperienza, non possono mancare in una buona strategia di comunicazione? Quali, invece, andrebbero proprio evitati?

Come grafica parto sempre dallo spazio: creo un layout, lo organizzo, scelgo come e dove posizionare i diversi elementi, il tutto in linea con le policy del cliente. Il testo, poi, deve essere ben leggibile: può sembrare scontato, ma quante volte ci troviamo a decifrare a fatica un messaggio per un contrasto sbagliato tra testo e sfondo, oppure per la dimensione dei caratteri?

Come accennavo in precedenza, è anche buona norma utilizzare sempre immagini originali e di alta qualità, che trasmettano l’essenza dell’azienda stessa.

Prima di pubblicare, infine, c’è un altro elemento da considerare: la diffidenza del proprio cliente: occorre conquistare la sua fiducia e fargli capire che rispettare determinati canoni estetici aiuterà a ottenere i risultati voluti. Naturalmente non è vietato sperimentare e osare, anzi! Da idee fuori dagli schemi nascono campagne straordinarie. Sempre all’insegna dell’equilibrio, però, per non rischiare di ottenere l’effetto contrario, cioè allontanare il lettore o il potenziale cliente.

Alla fine però, quando colgono le qualità di una campagna ben fatta e ne vedono i risultati positivi, i clienti si ricredono…

Decisamente! Ho un cliente che progetta componenti per il mondo aeronautico sfruttando software all’avanguardia. Si tratta di oggetti fantastici a livello tecnico e affascinanti sul fronte estetico. Il materiale fotografico fornito inizialmente, però, era sotto le aspettative: abbiamo insistito e abbiamo fatto comprendere loro quanto fosse importante trasmettere il messaggio anche attraverso l’uso di immagini di impatto e loro ci hanno dato ascolto: oltre a foto eccellenti dei particolari progettati, ci hanno quindi raccolto anche scatti delle persone che hanno contribuito alla progettazione. Mostrare chi c’è dietro a un prodotto è un buon modo per accorciare le distanze tra fornitore e cliente. Non solo: grazie alla buona qualità delle immagini, abbiamo potuto declinarle sui differenti canali scelti per veicolare il piano di comunicazione. Lo sforzo iniziale è stato maggiore, certo, ma ci ha permesso di coprire egregiamente diverse esigenze e ottenere ottimi risultati in termini di coinvolgimento del pubblico.

È dunque evidente come siano molteplici i fattori da considerare nella gestione della comunicazione, industriale o “generica” che sia. Indipendentemente dal settore di riferimento, la competizione tra aziende ha raggiunto livelli altissimi: per questo non è sufficiente avere un ottimo prodotto o servizio, ma è fondamentale anche saperlo proporre nel modo migliore affinché se ne colgano le differenze rispetto alla concorrenza.

In tutto ciò, la cura dell’estetica è uno degli strumenti più potenti nelle mani di chi si occupa di comunicazione. E come tutti gli strumenti potenti, cruciali diventano la competenza e l’abilità nel maneggiarli.