Perché la stampa 3D è sostenibile e non ottenibile?
Oggi va di moda parlare di sostenibilità. E di stampa 3D.
Il virtuoso e nobile impegno verso un approccio più green ben si sposa con l’altrettanto virtuosa tecnologia additiva, capace di far girare la testa alle industrie di tutto il mondo. Ma non sempre questo matrimonio viene valorizzato adeguatamente.
Quando parliamo di sostenibilità dei cicli e dei modelli produttivi, ci rivolgiamo infatti per lo più a quella serie di azioni che permettono un uso ed un consumo rispettosi dell’ambiente e capaci di ridurre l’impronta di emissioni nocive, salvaguardando il Pianeta. Ma spesso ci sfugge che la salvaguardia del Pianeta non dipende solo dalla riduzione dell’impatto ambientale.
Facciamo un passo indietro.
Qual è la differenza fra un prodotto (o un modello operativo) sostenibile ed uno ottenibile?
Per ottenibili si intendono tutti quei prodotti e quelle azioni di facile raggiungimento. Spesso con un (immediato) effetto WOW, simili più che altro a petardi o fuochi d’artificio. Impressionano lì per lì ma non apportano benefici a lungo termine ed hanno dunque breve durata (si ottengono rapidamente ma non hanno sufficiente forza o valore da poter essere sostenuti nel tempo). Al contrario, sostenibili sono quei risultati e quelle pratiche nate da un’insieme di accorgimenti che garantiscono un impatto positivo ed una salvaguardia sul lungo periodo. Hanno perciò una durata maggiore.
Per essere realmente sostenibili, prodotti e processi devono quindi apportare benefici di lunga durata e perché ciò sia possibile è necessario prendere in considerazione diversi fattori. I principali: umano, ambientale, economico (esattamente in quest’ordine).
E qui scopriamo perché la stampa 3D è una tecnologia davvero sostenibile.
Avere in azienda una stampante 3D non è come possedere un giocattolo. Per quanto “facile”, non è un oggetto semplice. Richiede consapevolezza, conoscenza dei materiali e delle dinamiche di progettazione e infine una corretta manutenzione. Sicuramente garantisce una riduzione dei consumi, sia sulle materie prime, essendo una tecnologia additiva e non sottrattiva, sia in termini energetici. Tuttavia continuiamo a sottolineare gli stessi benefici (riduzione del time to market, del footprint e abbattimento dei costi) senza accorgerci che il primo aspetto che rende la stampa 3D un sistema sostenibile è proprio la sua straordinaria capacità di valorizzare, rispettare e salvaguardare l’essere umano!
Utilizzare stampanti 3D permette alle persone di aprire i propri orizzonti, di provare, mescolare, scoprire, stupirsi, ottenere risultati (concreti!) in tutti quei campi che consentono l’evoluzione. Stampare in 3D significa liberare la sperimentazione di nuove forme, la commistione di nuove materie prime, sviluppare nuovi blend e materiali sulla base dell’invenzione di processi virtuosi. Stampare in 3D significa trovare nuove soluzioni. Reinventarsi. Inventarsi. Una stampante 3D ha permesso a colossi del motorsport di salvaguardare la salute dei propri piloti. Ha dato una spinta alla medicina attraverso nuovi strumenti di cura e impressionanti metodi di ricostruzione e trapianto. La stampa 3D ha aperto le porte alla conoscenza, ha salvato l’essere umano portandolo ad evolvere in modo sicuro le proprie abilità, mantenendolo attivo e salvaguardandone anche la salute. Ha permesso di creare di più. Di ottenere di più. Di imparare di più. Di vivere di più.
Ha ridotto le emissioni nocive, lo spreco di materiale plastico e ferroso, ha preservato il portafoglio di molte imprese offrendo soluzioni vantaggiose dal punto di vista prototipale e produttivo, rendendo rapidi i processi e funzionali i risultati.
→ Ecco perché la manifattura additiva è un raro caso di tecnologia davvero sostenibile: mantiene un impegno verso il futuro mentre tocca tutti i punti del benessere umano e ambientale, moltiplicandoli come un contemporaneo Profeta e valorizzandoli come un moderno Re Mida.